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Incrementa sensibilmente la velocità e la precisione della visualizzazione delle impronte digitali su superfici porose e semi porose attraverso un sistema di rilevamento e imaging perfettamente integrato con il software per il rilevamento intelligente delle creste assistito da IA.
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Il nostro impegno nella ricerca forense costituisce la base su cui continuiamo a innovare. I nostri ultimi progetti di ricerca possono essere visualizzati su fosterfreeman.com e includono informazioni sui nuovi sviluppi tecnologici nonché studi dettagliati sull’applicazione del prodotto.
DEDIZIONE AL MIGLIORAMENTO DELLE SCIENZE FORENSI
I nostri partner di ricerca
Una storia di innovazione
1978
Il dispositivo ESDA: lo strumento foster+freeman originale
Il livello di successo raggiunto dallo strumento ESDA foster+freeman è tale che i termini ESDA e “processo ESDA” sono diventati la terminologia standard del settore per il metodo che consente di individuare solchi o segni sulla carta.
L’attrezzatura ESDA ha avuto origine nell’ambito di un progetto di ricerca mirato allo sviluppo di un metodo non chimico e non distruttivo per individuare le impronte digitali sui tessuti. Anche se il progetto in sé non ha avuto successo, l’impiego secondario dell’attrezzatura, che sta nel rilevare i solchi di scrittura sulla carta, ha suscitato grande interesse nei periti che si occupano dell’analisi dei documenti in tutto il mondo.
La tecnica ESDA consiste in un processo elettrostatico, in modo analogo a quanto avviene nelle fotocopiatrici. Il foglio di carta da esaminare viene posto su una piastra in bronzo perforata con minuscoli fori e messa a terra. Al di sotto del supporto vi è una pompa che, quando attivata, aspira l’aria attraverso la lastra e trattiene la carta mantenendola in posizione piana contro di essa. Sulla superficie superiore della carta viene posto un foglio di pellicola polimerica trasparente che viene poi caricato con elettricità statica: al di sopra viene passata una bacchetta in metallo nota come scarico a corona. All’interno della bacchetta vi è un sottile filo con un potenziale di circa 5.000 volt. In tal modo, l’elettricità statica si scarica a terra attraverso la piastra in bronzo.
La conduttività della carta e della pellicola poste sulla piastra è diversa nei punti in cui sono presenti solchi nella carta, e tale differenza produce un’immagine elettronica dei solchi stessi sulla pellicola. L’immagine viene poi sviluppata per permettere ai sottili granuli di carbone di spargersi sopra di essa attraverso un processo aerosol in una camera a nebbia oppure versando i granuli di carbone mescolati con palline in plastica, che agiscono da portatori sulla superficie della carta. I granuli aderiscono all’immagine elettrostatica dei solchi e l’immagine diventa visibile.
Il dispositivo ESDA: Un momento di svolta
La tecnica ESDA è passata da progetto di ricerca ad attrezzatura essenziale per l’analisi dei documenti quasi da un giorno all’altro dopo una rapina in una banca di Londra, quando la polizia la utilizzò per esaminare una nota con la richiesta di denaro consegnata al cassiere dal rapinatore. Nascosti all’occhio, ma fatti emergere dalla tecnica, vi erano i solchi di un messaggio via telex scritto per una persona in Canada chiedendo l’invio di soldi ad un indirizzo nella contea del Surrey. L’uomo fu arrestato e la storia balzò agli onori della cronaca. La notizia delle capacità dell’ESDA si diffuse molto velocemente.
Con un forte appoggio da parte del Ministero degli Interni del Regno Unito, Doug Foster e Bob Freeman avviarono una collaborazione per realizzare i primi dispositivi ESDA nel garage della casa di Foster.
L’ESDA oggi: una tecnica ancora validissima
foster+freeman continua tutt’oggi a produrre i dispositivi ESDA. Con un design aggiornato, ma con l’applicazione rimasta quasi identica, ESDA2 continua ad essere molto richiesto e centinaia di unità sono installate presso forze di polizia e periti documentali privati di tutto il mondo, pertanto è probabile che la tecnica ESDA rimarrà lo standard del settore ancora per anni.
1980
Una nuova era nell’analisi dei documenti
Dopo aver sviluppato con successo l’apparecchiatura ESDA per il rilevamento elettrostatico, Doug Foster e Bob Freeman spostarono la loro attenzione ad un nuovo dispositivo molto più avanzato che avrebbe permesso agli esperti di eseguire analisi di documenti ai raggi infrarossi per la “rapida esposizione di informazioni nascoste e per la valutazione dell’autenticità”: il video-comparatore spettrale (Video Spectral Comparator) VSC-1.
A differenza di tutte le altre strumentazioni forensi esistenti, il VSC utilizza una fotocamera ad alta sensibilità per mostrare su uno schermo le variazioni nell’assorbimento dei raggi infrarossi e nella fluorescenza, consentendo in tal modo agli operatori di effettuare regolazioni in tempo reale per aumentare la chiarezza e il contrasto.
1985
Il VSC diventa digitale
Nella metà degli anni ’80, foster+freeman ha lanciato un pacchetto software per l’elaborazione delle immagini con l’utilizzo del computer Atari 1040ST. Il software e il computer erano interfacciati con il VSC per creare il primo sistema completo per l’analisi dei documenti.
1990
Leader globale nell’analisi dei documenti
Al 1990, il video-comparatore spettrale poteva essere considerato un successo globale, con oltre 400 strumenti VSC venduti in oltre 45 Paesi.
1995
VSC-4: piccolo, ma perfetto
Per tutti gli anni ’90, la gamma di strumenti VSC-4 ha fornito agli esperti una soluzione compatta per l’analisi di livello forense dei documenti. Ideale per l’uso presso i punti di controllo di frontiera, i dispositivi VSC dall’ingombro ridotto rimangono una scelta comune nei luoghi che presentano problemi di spazio.
2000
Un nuovo VSC per il nuovo millennio
All’alba del nuovo millennio, foster+freeman lancia il VSC2000, che introduce l’imaging a colori e a infrarossi, la microspettrofotometria,il controllo automatico da un pannello digitale a schermo basato su Windows e una scelta più ampia di fonti di luce.
2000
DCS 121:
una rivoluzione nella fotografia delle impronte digitali
Tra la metà e la fine degli anni ’90, il mondo della fotografia vede una drastica svolta grazie alle fotocamere digitali, che diventano alla portata comune del pubblico in generale. La fotografia digitale ha messo a disposizione dei fotografi un metodo rapido e facile per registrare immagini da salvare in un file computerizzato oppure da stampare quando richiesto.
Tuttavia, se da un lato le fotocamere digitali sono diventate onnipresenti dal punto vista commerciale, molti fotografi forensi sono rimasti mal disposti ad adottare la nuova tecnologia, con il timore che le immagini digitali fossero non solo di qualità inferiore per la riproduzione video, ma anche molto facilmente alterabili.
Con il nuovo millennio, si nota un cambiamento nell’atteggiamento verso la fotografia digitale, quando foster+freeman, in stretta collaborazione con la Polizia della contea del Wiltshire, lancia il DCS 121, un sistema fotografico digitale che offre un software per la validazione delle immagini a prova di manomissione.
2002
Il DCS 121 viene adottato dalle forze dell’ordine
Sostituendo camere oscure, rullini di pellicola e molte ore di sviluppo con un metodo veloce ed efficace per l’acquisizione di immagini di alta qualità delle impronte digitali, DCS 121 non ha soltanto migliorato l’efficienza delle fotografia delle impronte digitali, ma ha anche segnato una nuova era per l’esaltazione delle immagini digitali che ha consentito ai periti dattiloscopici di rivelare dettagli nelle impronte digitali precedentemente impossibili da ottenere.
La tecnologia DCS venne presto adottata da varie importanti forze di polizia del Regno Unito e, al 2002, le impronte fotografate digitalmente utilizzando DCS-121 venivano comunemente accettate nei tribunali e ammesse come prova valida.
Progressi rapidi del DCS
Durante i primi anni della fotografia digitale, la tecnologia ha fatto progressi ad un passo eccezionale. La qualità dell’immagine nelle fotocamere digitali è migliorata rapidamente, mentre il costo della potenza e della memoria (storage) del processore è calato notevolmente. Poco dopo il lancio, foster+freeman ha sostituito la fotocamera di scansione originale con la macchina fotografica digitale SLR. Questo passaggio alla tecnologia di consumo consente all’azienda di restare al passo con tecniche in rapido sviluppo, aggiornando la fotocamera a coincidere con gli importanti miglioramenti nell’imaging digitale.
Esaltazione digitale del DCS
Oltre ai vantaggi dati dai risparmi di tempo e costo della fotografia digitale, il sistema DCS ha anche consentito ai periti dattiloscopici di utilizzare una suite completa di tecniche di esaltazione digitale dell’immagine per rivelare dettagli nascosti e aumentare il contrasto e la visibilità. Il software DCS include una suite completa di strumenti per l’esaltazione concepiti espressamente per i periti dattiloscopici. Rimozione dei disegni di sfondo regolari, FFT (trasformata di Fourier veloce), filtri di rumore, ecc. consentono ai periti dattiloscopici di rivelare dettagli precedentemente impossibili da ottenere. Durante l’utilizzo dell’esaltazione digitale, l’integrità dell’immagine viene preservata attraverso l’inclusione del software di validazione in licenza che convalida l’immagine originale e crea un master digitale prima di creare un audit trail che registra ogni successivo cambiamento, modifica e miglioramento digitale applicato.
2005
VSC5000: analisi intelligente dei documenti
Nel 2004, foster+freeman lancia il primo VSC “intelligente”. VSC5000 era di aiuto agli esperti con l’autoselezione dei filtri a fluorescenza in base alla fonte di illuminazione e ha introdotto per la prima volta le funzioni di auto-analisi.
2010
VSC: una tecnologia in rapida evoluzione
Per restare al passo con i rapidi progressi nei processori dei computer e nella tecnologia dell’imaging digitale, foster+freeman ha intensificato l’elaborazione dei nuovi strumenti VSC. Nel 2008, l’azienda ha lanciato il video-comparatore spettrale intelligente VSC6000, seguito ben presto dalle workstation VSC40 e VSC400. All’ingresso della tecnologia fotografica nell’era dell’HD, foster+freeman ha risposto con le workstation aggiornate VSC6000/HS e VSC40HD.
2015
DCS5: un sistema a pieno spettro
Con il lancio di DCS 5 nel 2015, foster+freeman ha migliorato ulteriormente le capacità degli esperti dattiloscopici di individuare impronte “difficili” con l’aggiunta dell’imaging UV-Vis-IR completo. Con l’espansione della gamma spettrale della fotocamera, nonché con l’inclusione dell’illuminazione a raggi UV e IR accanto ad una serie di filtri per l’imaging speciali, è ora possibile osservare le interazioni della luce che hanno luogo al di là della gamma del campo visivo umano (ca. 400-700 nm). In particolare, i raggi UV riflessi possono rivelare impronte digitali incredibili che in precedenza sarebbero state impossibili da rilevare o fotografare. L’importanza di queste nuove tecniche si può notare dalla rapida adozione della tecnologia DCS 5 in tutto il mondo.
OGGI
La gamma di workstation VSC più avanzate al mondo
I nostri strumenti a oggi più avanzati per l’analisi dei documenti, VSC8000/HS, VSC80, e VSC80i sono dotati di una serie completa di funzionalità per l’analisi che soddisfano le svariate esigenze del mondo moderno. Adatti per l’uso in un’ampia varietà di situazioni, gli strumenti VSC continuano ad essere la tecnologia preferita nei laboratori dedicati all’analisi peritale dei documenti, nei punti di controllo di frontiera ad alto traffico o nei reparti di controllo qualità presso le tipografie per le stampe ad alta sicurezza.
Foster + Freeman Ltd.
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